Falconeria

Falconeria e legislazione

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fondamenti normativi

La disciplina della Falconeria in Italia affonda le sue radici nella Convenzione internazionale sulla protezione degli uccelli (meglio nota come Convenzione di Parigi), firmata nella capitale francese nel 1950 e ratificata in Italia nel 1978 (L. 812 /1978), la quale cita espressamente la falconeria (fauconnerie) tra le deroghe d’applicazione, al pari dell’interesse scientifico e dell’educazione (art. 7). La Falconeria è inoltre espressamente menzionata dalla Direttiva 2009/147/CE “Uccelli” (ex 79/409/CEE, art. 7 comma 4) e si inquadra all’interno della modifica dell’Articolo 9 della Costituzione Italiana del febbraio 2022, che introducendo il comma 3 inserisce la tutela dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi tra i principi fondamentali della Carta.

La disciplina della Falconeria In Italia

La Legge 11 febbraio 1992 n. 157 “Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio” definisce all’art. 12 co. 2 l’“esercizio venatorio” come “ogni atto diretto all’abbattimento o alla cattura di fauna selvatica mediante l’impiego dei mezzi di cui all’articolo 13”, e quest’ultima disposizione specifica al co. 2 che “è consentito […] l’uso […] del falco”: dunque la normativa nazionale ammette l’uso del falco nell’attività venatoria. La L. 157/1992 è stata poi attuata nel dettaglio da ciascuna regione e provincia autonoma con una propria legge regionale o provinciale. Nella comparazione qui di seguito consultabile si può notare come alcune normative contengano una maggiore regolamentazione specifica per la caccia con il falco, altre si sono limitate ad un mero richiamo non dettagliato, mentre altre ancora non ammettono l’uso del falco nell’attività venatoria.

Pubblicazione

FALCONERIA
ANALISI DEL QUADRO NORMATIVO DI RIFERIMENTO

Consulta online o scarica in PDF  la pubblicazione “Analisi del quadro normativo di riferimentoredatto dall’avv.ssa Benedetta Ubertazzi

Progetto finanziato a valere sui fondi – Legge 20 febbraio 2006, n. 77. “Misure speciali di tutela e fruizione dei siti italiani di interesse culturale, paesaggistico e ambientale, inseriti nella “lista del patrimonio mondiale”, posti sotto la tutela dell’UNESCO”